Cosa ci fanno una H e un punto davanti a un orto?
Una H e un punto stanno lì a dire che il nostro è un orto aulico, e non è un orto normale. Non una vasta distesa uniforme di ortaggi tutti uguali, ma una piccola arca di pomodori, melanzane, zucchine, peperoni, e poi cime di rapa, cicorie e cavolfiori, che crescono a ridosso di una pineta, a due passi dal mare, circondati da lentischi e rovi. Lì ci ritroviamo a faticare: siamo tanti, tutti diversi.
E poco importa se la diversità di alcuni di noi sfugge alle categorie della normalità e si ritrova l’etichetta di disabilità mentale. Le mani nella terra le mettiamo tutti, tutti siamo custodi e responsabili del nostro H.orto. E quel che conta è che torniamo tutti a casa stanchi ma felici, come dice l’h.ortolano Alessandro B.
Perché l’H.orto?
Per alcuni di noi l’H.orto è uno spazio di volontariato e gratuità, di impegno per la costruzione di un mondo in cui la vita possa sempre fiorire, portare frutto e rigenerarsi. Per altri, giovani e adulti con disabilità intellettiva, l’H.orto è un’esperienza di formazione al lavoro, un luogo per incontrare altri, per scoprirsi capaci di cura e responsabilità, per sperimentare il contatto positivo e rigenerante con la terra e la natura, per dare forma a qualcosa che altri possano gustare.
La collaborazione con la cooperativa sociale Filodolio, oltre a garantire le necessarie competenze tecniche, ha dato l’opportunità di attivare anche percorsi di inserimento lavorativo per le persone con diversa abilità impegnate nel progetto.
Cosa fate?
Per tre giorni alla settimana spendiamo tempo ed energie nella coltivazione dell’orto secondo i criteri dell’agricoltura biologica e nella manutenzione del parco-giardino che circonda la Casetta Lazzaro.
Non era meglio fare qualcosa di meno faticoso?
Sì, la terra è faticosa da lavorare. Ma starci a contatto, immergersi nei suoi cicli e nel suo ritmo, lavorarla assieme, sostiene il diventare pienamente uomini. Attraverso i percorsi formativi, di gruppo e individuali, si sviluppano e stimolano le dimensioni manuali e manipolative, affettive e cognitive, si entra in relazione con altre persone e con organismi viventi in un rapporto di cura e responsabilità. L’esperienza favorisce il benessere fisico, psicologico e relazionale perché:
- • stimola la coordinazione, incrementa la forza muscolare e la resistenza
- • migliora la concentrazione, le capacità logico-linguistiche, stimola la memoria
- • rafforza l’autostima e il senso di utilità sociale
- • favorisce la socializzazione, nelle forme della collaborazione e della reciproca solidarietà
- • aiuta nel riconoscimento e nella gestione delle proprie emozioni e capacità affettive
- • educa al saper attendere, alla percezione dello scorrere del tempo, ai ritmi della vita
- • sviluppa le abilità relazionali e di interazione sociale
- • recupera gli aspetti remunerativi di una attività svolta
Quando vi incontrate?
Il martedì dalle 16.00 alle 18.00; il venerdì e il sabato dalle 8.30 alle 13.00